15. ATTENTI A NON FARSI BECCARE
Abitava in Babilonia un
uomo chiamato Ioakim, il quale aveva sposato una donna chiamata Susanna, figlia
di Chelkìa, di rara bellezza e timorata di Dio. I suoi genitori, che erano
giusti, avevano educato la figlia secondo la legge di Mosè. Ioakim era molto
ricco e possedeva un giardino vicino a casa ed essendo stimato più di ogni altro
i Giudei andavano da lui. In quell’anno erano stati eletti giudici del popolo
due anziani: erano di quelli di cui il Signore ha detto: "L’iniquità è uscita da
Babilonia per opera di anziani e di giudici, che solo in apparenza sono guide
del popolo". Questi frequentavano la casa di Ioakim e tutti quelli che avevano
qualche lite da risolvere si recavano da loro. Quando il popolo, verso il
mezzogiorno, se ne andava, Susanna era solita recarsi a passeggiare nel giardino
del marito. I due anziani che ogni giorno la vedevano andare a passeggiare,
furono presi da un’ardente passione per lei: persero il lume della ragione,
distolsero gli occhi per non vedere il Cielo e non ricordare i giusti giudizi.
Erano colpiti tutt’e due dalla passione per lei, ma l’uno nascondeva all’altro
la sua pena, perché si vergognavano di rivelare la brama che avevano di unirsi a
lei. Ogni giorno con maggior desiderio cercavano di vederla. Un giorno uno disse
all’altro: "Andiamo pure a casa: è l’ora di desinare" e usciti se ne andarono.
Ma ritornati indietro, si ritrovarono di nuovo insieme e, domandandosi a vicenda
il motivo, confessarono la propria passione. Allora studiarono il momento
opportuno di poterla sorprendere sola.
Dn 13, 1-14
Dai “Detti dei Padri del deserto”
Il padre Geronzio, che viveva a Petra, disse: “Molti, tentati da desideri
carnali, anche se non si accostano ad alcun corpo, peccano con la mente. Anche
se custodiscono vergine il corpo, nell’anima sono fornicatori. È cosa buona, o
cari, compiere ciò che sta scritto e custodire il proprio cuore con ogni
vigilanza”.
Liberi
pensieri
Paure & Desideri
Preghiamo
O Dio, che nell’umiliazione del tuo Figlio hai risollevato l’umanità
dalla sua caduta, donaci di giungere ad una rinnovata gioia pasquale, perché,
liberi dall’oppressione della colpa, partecipiamo alla felicità eterna.